Piano Transizione 4.0: tutti i vantaggi per le imprese

PNRR e Piano Transizione 4.0: introduzione
Piano Transizione

Il Piano Transizione 4.0 rientra tra le misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con cui il governo Draghi punta a portare l’Italia fuori dalla crisi economica indotta dalla pandemia grazie ai fondi messi a disposizione dal piano europeo Next Generation Eu.

L’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza, per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale

ha dichiarato il Presidente del Consiglio Mario Draghi nell’introduzione al documento che, attraverso le misure ivi definite, dovrebbe colmare il gap tecnologico con gli altri Paesi membri (l’Italia è attualmente al 24° posto su 27 per digitalizzazione) e sostenere la ripresa del PIL che, nel corso del 2020, ha registrato una decrescita del 8,9% nel corso del 2020, a fronte di una media europea del 6,2%.

Piano Transizione 4.0: che cos’è?

Il piano Transizione 4.0, approvato già lo scorso autunno, rientra tra le misure previste dalla missione 1 del PNRR per sostenere la ripresa, stimolando le imprese a investire in innovazione tecnologica e digitale e diventare più competitive nel mercato internazionale.

Esso va quindi a sostituirsi ai precedenti piani Industria 4.0 e Impresa 4.0, rispetto ai quali si differenzia per il potenziamento e la natura strutturale delle misure adottate.

Rispetto ai precedenti, infatti, il governo ha introdotto alcune misure “correttive” al fine di creare un clima di stabilità e certezza, necessario per favorire la propensione all’investimento da parte delle imprese. Le differenze principali sono tre:

  • L’ampliamento del parco imprese potenzialmente beneficiarie grazie alla sostituzione dell’ammortamento – applicabile solo alle imprese con base imponibile positiva – con il credito d’imposta;

  • La durata biennale del piano (2021-2022) a fronte di una durata annuale delle versioni precedenti;

  • L’estensione degli investimenti immateriali agevolabili e l’aumento delle percentuali di credito e delle soglie massime di investimento

piano transizione 4.0

Piano Transizione 4.0: obiettivi e durata

Il “rafforzamento” del piano negli aspetti sopra considerati insieme all’imponenza dei fondi stanziati, pari a 24 miliardi di euro, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe dunque favorire il perseguimento di due obiettivi fondamentali:

  • compensare il clima di incertezza causato dall’emergenza sanitaria;

  • stimolare gli investimenti privati.

All’interno di questa strategia si collocano le scelte di estendere la durata del piano al biennio 2021-2022 con la possibilità di rientrare nella misura sino a giugno 2023 (a patto che entro il 31 dicembre 2022 sia stato versato un acconto pari al 20% dell’importo con consegna dei beni prevista entro il 30 giugno 2023) e di ridurre i tempi necessari ad ottenere la compensazione del credito in funzione del tipo di bene acquistato che potrà essere:

  • Immediato nel caso di beni strumentali immateriali 4.0
  • Entro tre anni per beni strumentali materiali 4.0
  • Entro un anno per beni ex “superammortamento” o immateriali 4.0 per le aziende con fatturato inferiore a 5 milioni di euro

 

Piano Transizione 4.0: credito d’imposta beni strumentali materiali 4.0

Per quanto riguarda le agevolazioni previste per beni strumentali materiali 4.0, le aliquote vedono una doppia distinzione: per importo e per anno in cui la spesa viene sostenuta dall’impresa.

Nel caso di investimenti in beni materiali 4.0 con importo inferiore ai 2,5 milioni di euro, l’aliquota applicabile sarà del 50% per le spese sostenute nel 2021 e del 40% per quelle che verranno affrontate nel 2022.

Nel secondo scaglione rientrano invece le spese con importo compreso tra i 2,5 e i 10 milioni di euro che potranno essere agevolate al 30% nel 2021 e al 20% nel 2022.

Infine, per spese comprese tra i 10 e i 20 milioni, l’aliquota di credito d’imposta prevista è fissata al 10% sia per il 2021 che per l’anno successivo.

Rientrano tra i beni materiali 4.0 per cui è possibile richiedere il credito d’imposta, tutti quelli previsti dall’Allegato A 

Piano Transizione 4.0: credito d’imposta per beni immateriali 4.0

A differenza di quanto visto per i beni materiali 4.0, il credito d’imposta richiedibile per beni immateriali 4.0 prevede un’unica aliquota del 20% per investimenti sino a 1 milione di euro.

La misura ha in ogni caso un valore migliorativo rispetto al 2020 in quanto viene innalzata sia l’aliquota – fissata al 15% – sia l’importo agevolabile precedentemente fissato a 700 mila euro.

L’elenco dei beni immateriali previsto dall’allegati B include tra gli altri software per il project manufacturing, software per la gestione della produzione, software per la gestione e il coordinamento della produzione con integrazione delle attività di servizio, come la logistica di fabbrica e la manutenzione, software per la gestione degli interventi di manutenzione dei macchinari, software di artificial intelligence e machine learning, solo per elencarne alcuni.

Piano Transizione 4.0: credito d’imposta per beni materiali e immateriali non 4.0

Per quanto riguarda i beni non 4.0, il credito d’imposta potrà variare in funzione del bene acquistato e dell’anno in cui viene effettuato l’investimento.

Nel caso di beni materiali (ex super-ammortamento) l’aliquota per il 2021 è del 10% per beni strumentali materiali con valore massimo d’acquisto fissato a 2 milioni di euro, mentre scende al 6% nel 2022, con massimale d’acquisto fissato ad un milione

Per quanto riguarda gli investimenti sostenuti per favorire il lavoro agile  sarà possibile richiedere il credito d’imposta per il 15% della spesa sostenuta.

Infine, per quanto concerne i beni immateriali non 4.0, come per i beni materiali, è prevista una doppia aliquota: per investimenti sostenuti nel 2021, sino ad un milione di euro, l’aliquota è fissata al 10%; per investimenti sostenuti nel 2022, rimane invariato il massimale di spesa ma l’aliquota scende al 6%.

Ricerca e sviluppo e credito per formazione 4.0

Il piano “premia” con sgravi fiscali anche gli investimenti in ricerca e sviluppo e la formazione 4.0 di collaboratori e imprenditori.

Per quanto riguarda l’ambito R&D, innovazione tecnologica e green e design ed estetica sono previste aliquote variabili dal 6 al 20% a seconda dell’ambito per cui verrà inoltrata la richiesta con massimali di spesa compresi tra 1,5 e 4 milioni di euro.

Infine il piano Transizione 4.0 estende il credito d’imposta anche alle spese sostenute per la formazione 4.0 di dipendenti e imprenditori d’azienda per tutto il bienno 2021-2022.

Per maggiori informazioni, visita il sito del Ministero dello Sviluppo Economico: www.mise.gov.it

Condividi

Altre notizie recenti:

CFO

ANALISI FINANZIARIA

Il Ministero dello Sviluppo Economico, in data 24 Ottobre 2017, ha pubblicato un nuovo bando per la digitalizzazione ed il miglioramento delle infrastrutture informatiche all’interno delle PMI. Il bando prevede lo stanziamento

controllo di gestione

CONTROLLO DI GESTIONE

Il Ministero dello Sviluppo Economico, in data 24 Ottobre 2017, ha pubblicato un nuovo bando per la digitalizzazione ed il miglioramento delle infrastrutture informatiche all’interno delle PMI. Il bando prevede lo stanziamento

agilis wms

WMS MAPPING

Il Ministero dello Sviluppo Economico, in data 24 Ottobre 2017, ha pubblicato un nuovo bando per la digitalizzazione ed il miglioramento delle infrastrutture informatiche all’interno delle PMI. Il bando prevede lo stanziamento

WAREHOUSE MANAGEMENT

Il Ministero dello Sviluppo Economico, in data 24 Ottobre 2017, ha pubblicato un nuovo bando per la digitalizzazione ed il miglioramento delle infrastrutture informatiche all’interno delle PMI. Il bando prevede lo stanziamento

Contattaci

CONTATTACI

PARLA CON UNO DEI NOSTRI
CONSULENTI E RICHIEDI UN CHECK-UP AZIENDALE.

PRIVACY E COOKIE POLICY